La Storia

Il Liceo Ginnasio “Pitagora” di Crotone si può, senza tema di smentita, definire una prestigiosa istituzione che, in maniera davvero determinante, ha contribuito a dar lustro alla città, accogliendo nelle sue belle ed ampie aule gli uomini di oggi che sono stati i ragazzi di ieri ed i giovani di oggi che diverranno gli uomini del domani. Ma non si deve credere che i due gruppi siano separati e distinti, al contrario, tutti gli allievi di questa scuola non possono non sentirsi affratellati, unita da un sentimento di cameratismo, che non rimane sola prerogativa degli attuali discendenti, ma altresì, e forse di più, dei discepoli ormai avanti negli anni e che rappresentano il fior della classe professionista a Crotone e fuori. La necessità di avere nella nostra tormentata cittadina un liceo classico era stata già avvertita nella seconda metà del secolo scorso, poco dopo la sofferta acquisizione dell’unità di Italia. A tal proposito vi è un documento ufficiale datato 7 Gennaio 1862, vale a dire una lettera del sindaco dell’epoca Gaetano Morelli, indirizzata al Vescovo di Crotone, nella quale, trattandosi del monastero delle Clarisse di S. Chiara, si dice tra l’altro:

…Il comune di Crotone, approfittando della situazione di incertezza e di confusione che regnava in tutto il Mezzogiorno e, arrogando a sé i poteri, prevenendo le Superiori disposizioni (Lettera del Vescovo L.M. Lembo, al prefetto, Crotone 29/12/1861) decise allora, per proprio conto, la soppressione del Monastero, con l’intento di acquisirlo e di adibirlo al Prefetto l’illegalità della delibera comunale e le conseguenze che la sua esecuzione avrebbero potuto determinare, il Consiglio Municipale, in seduta straordinaria, prosegui nel proprio intento e, volendo profittare a vantaggio del popolo crotonese, stabiliva all’umanità di destinare le rendite del Convento, tolta la somma per il mantenimento delle suore, a beneficio dell’istituzione popolare; e quasi all’umanità, cioè “con un solo discordante”, decise che il Monastero fosse adibito a Ginnasio.

Sarebbe dunque questa la prima citazione ufficiale del Ginnasio. La notizia è stata divulgata da A. Pesavento, sul Settimanale “Il Diario del Crotonese”, n. 43 del 10/2/1983. Ma nonostante le varie riunioni comunali, la scuola non vi fu, principalmente per il tenace ostruzionismo di certa classe nobiliare. Pertanto la Crotone, dell’epoca rimase sprovvista di un istituto superiore di studi classici. Ma era quest’ultima un’esigenza che i cittadini dovevano avvertire, specialmente verso i primi decenni del nostro secolo; e cosi, dopo varie peripezie, e dopo aver superato, non senza problemi, gli ultimi contrasti locali, l’istituzione del Liceo-Ginnasio, come scuola operante e sia pure, come si definiva allora, Comunale, fu promulgata e portata avanti durante l’inizio dell’era fascista, dall’allora podestà Ottavio Graziani, medico crotoniate. Dietro sua insistenza i locali della Nuova scuola furono reperiti in Via Suriano, nelle ampie stanze del Palazzo Fuscaldo, ora Ranieri, ex palazzo municipale.

Entrata, Palazzo Fuscaldo (1984)

 

Vennero, in tal modo, aperte le iscrizioni nell’anno 1926. La novità della cosa non passò inosservata e molti allievi che si erano già iscritti alle scuole tecniche, chiesero ed ottennero il passaggio al Classico; fra questi vi era anche la Prof. Carmela Le Rose, gentile coordinatrice del comitato di questa celebrazione e valorosa ex insegnante dell’istituto. Il primo Preside della novella scuola fu un siciliano, il Prof. Porto, il quale, secondo quanto riferitomi dai primi alunni del tempo, tra i quali l’avv. Cataldo Pitascio, l’avv. Adolfo Pirozzi, aveva la paterna abitudine di rincorrere i discepoli, nei vicoletti attigui della Crotone dell’epoca, allorché non si decidevano ad entrare per lezioni, con la malcelata e birichina intenzione di marinare la scuola e quindi di fare il cosiddetto “sciampalè”. I primi docenti, tutti forestieri, hanno nomi troppo noti per essere menzionati, pure si ricorda qui la Migneco, la Tommasi, l’Accardi, ed altri che si dividevano l’insegnamento tra il ginnasio inferiore e superiore. Mi diceva la vedova del defunto primo Segretario, Carmine Sessa, che la scuola iniziò con l’iscrizione di un solo alunno e che poi, man mano, e in breve volgere di tempo, andò incrementandosi. Il corso di studi, mancando nell’epoca, una scuola media vera e propria, perlomeno nei termini nei quali oggi viene intesa, si articolava nei tre anni cosiddetti del “Ginnasio inferiore”, al quale si accedeva dopo 5 anni della scuola elementare e dopo aver superato un difficile esame d’ammissione. Completato il ginnasio inferiore si passava al Ginnasio Superiore, che corrispondeva all’attuale biennio ginnasiale. Espletato tale biennio e dopo aver superato gli esami di Licenza ginnasiale, si era ammessi al Liceo, articolato in un triennio, alla fine del quale si affrontavano gli esami di Maturità Classica. (Sia detto per inciso e senza voler fare dell’inutile classicismo, soltanto al diploma di liceo classico, attribuiva allora il termine di “Maturità”). I candidati affrontavano gli esami vere e propri, con i programmi dei tre anni per tutte le discipline oggetto di studio, solo previo superamento della prova scritta d’italiano; diversamente si andava con tutte le materie alla sessione Autunnale di Settembre, con risultato negativo pressoché già scontato. Ed è forse per queste oggettive difficoltà che il diploma comportava, che gli esami di 3° liceale meritarono la non bella definizione di “Scoglio degli asini”. Altra cosa da tener presente è che gli esami di licenza ginnasiale inferiore, allo stesso modo di quelli di licenza ginnasiale superiore e di Maturità classica, dovevano essere sostenuti fuori sede, e cioè a Catanzaro, presso il Liceo “P. Galluppi”, cosa che comportava molto disagio per i discenti crotonesi; e tale stato di cose durò almeno fin quando il “Pitagora” da Comunale divenne pareggiato nell'anno 1930. Ben presto, però, ed anche per l'incremento avuto dalla Scuola, la Sede del Palazzo Fuscaldo si rivelò senz'altro poco adatta a far fronte alla sempre più crescente popolazione scolastica. Da parte dell'Autorità dell'epoca si decise di dare all'Istituto una sede propria e definitiva. Venne scelto, all'uopo, uno spazio e libero, sulla sinistra del Palazzo Albani, e sulla medesima direzione dei Palazzi Candela e Cantafora; il suolo, per quanto risulta dall'Inventario dei Beni Immobili di uso pubblico per destinazione (mod. B), venne rilevato per conto del Comune di Crotone dal proprietario Ferruccio Berlingieri. Nella zona prescelta vi era un muro che delimitava le Scuderie dei Berlingieri, che confinavano con il Baluardo Marchese; tale muro, dove attualmente vi è il Cancello principale d'entrata del nostro Istituto, veniva definito “Cortina Suriano” ed era ubicato nel Largo S. Francesco o Suriano, in seguito divenuto Piazza Umberto I.

Giuseppe Cosentino, podestà del tempo, soprannominato “U' Longo”, prese molto a cuore la realizzazione dell'Istituto e con la sua abilità riuscì ad ottenere, dal Ministero dell'Educazione Nazionale, il passaggio della scuola a Regio Liceo, cioè statale a tutti gli effetti, se però avesse assunto l'impegno di portare a termine la costruzione dell'edificio. Il progetto dei lavori della edificazione dello stabile, con annessa palestra coperta per l'educazione fisica, fu redatto dal Direttore dell'Ufficio Tecnico Comunale di Crotone, Ing. Franco Lamanna, in data 31 marzo 1932 e vistato dal Regio Genio Civile in data 19 luglio 1932, con osservazioni contenute nella nota prefettizia del 24/8/32 n. 46007. L'importo complessivo del costo dell'opera era fissato in lire 1.350.000,00. L'appalto delle opere venne fatto ad unico e definitivo incanto, mediante asta pubblica, restandone aggiudicatrice l'impresa dell'ing. Giuseppe Mascoli, con il ribasso del 18%. Il contratto con l'impresa fu stipulato in data 30 Novembre 1932 (XI dell'Era Fascista) e reso esecutivo dal Prefetto in data 12 Dicembre 1932, foglio XV al n. 58266 Div. 4°, registrato a Crotone il 23 Dicembre 1932, XI n. 260, Vol. 51, mod. 1. Successivamente, essendosi resa necessaria l'esecuzione di nuove opere non previste in contratto, venne stipulato un atto di sottomissione in data 4 aprile 1933, approvato in data 26 Giugno 1933 al n. 44600, Div. 4°, registrato a Crotone il 7/7/1933 al n. 37, vol. 45 mod. 2. I lavori vennero consegnati con regolare verbale redatto il giorno 3 del Mese di Gennaio 1933, XI E.F. Da tale data incominciò a decorrere il termine utile per dare ultimati i lavori. L'opera in generale fu eseguita secondo le indicazioni del progetto originario, anche se fu necessario eseguire del lavori aggiuntivi, fra i quali, principalmente, erano da annoverarsi le modifiche apportate alle fondazioni eseguite in calcestruzzo, anziché in muratura, come previste in progetto e lo spostamento della fogna comunale che passava al di sotto del costruendo fabbricato. Gli altri lavori che contribuirono all'aumento dell'importo del progetto vennero in parte indicati dal Sig. Podestà (Cosentino) durante le sue frequenti visite, ed in parte dovuti a modifiche resesi necessarie per la più rispondente destinazione dell'edificio in costruzione. L'importo dei lavori salì così a L. 2 .229.481,92, da cui, detratto il ribasso contrattuale del 18% in L. 418.696,70, restava l'importo netto di lire 1.810.785,22, al quale era da aggiungere l'ammontare della fattura di materiali diversi in lire 9.621,30, per cui risultava un importo complessivo netto di lire 1.820.406,52. Durante l'esecuzione dei lavori e propriamente dopo l'ultimazione della costruzione dei solai si è proceduto a due prove statiche nei giorni 11 e 12 Gennaio 1934, di cui è stato redatto apposito verbale descrittivo delle prove stesse. I lavori, per capitolato speciale di appalto, avrebbero dovuto essere ultimati in 12 mesi dalla data della consegna, senonché, per ragioni giustificate, l'impresa ha chiesto ed ottenuto due proroghe, una di mesi due, con scadenza 2 Marzo 1934 (Deliberazione del Podestà n. 694 del 16 Dicembre 1933) e l'altra con scadenza al 21 Aprile 1934 (Deliberazione podestarile n. 181 del 22/3/1934). Così il 21 Aprile 1934 fu redatto regolare verbale di ultimazione, meno che per l'opera di pittura, per la quale fu rinviata l'esecuzione fino al 30 Agosto dello stesso anno, epoca in cui fu regolarmente constatato l'adempimento da parte dell'impresa, facendolo rilevare da un'aggiunta al verbale redatto di ultimazione. Una nota a parte merita la preoccupazione dell'allora direttore dell'Ufficio Tecnico, Ing. F. Lamanna, il quale indirizzava al Sig. Podestà la seguente lettera, datata 5 Aprile 1933 (XI E.F.):

Ho esaminato il contenuto del foglio in data 17 Febbraio c.a. Indirizzato a V.S. Dall'Impresa Ing. Mascoli, assuntrice dei lavori di costruzione dell'edificio del Liceo-ginnasio e mi pregio riferire quanto appresso: nel progetto dell'edificio sono previste fondazioni di muratura di pietrame con malta ordinaria, come le più comuni che si adoperano generalmente, non essendosi a conoscenza della natura del terreno su cui si va a fondare. Però prima di dare inizio alla costruzione delle fondazioni ho disposto che venissero eseguiti dei saggi del terreno per stabilirne la natura onde essere in grado di poter adottare il tipo di fondazione più adatto spingendolo alla necessaria profondità. Dai saggi praticati è risultato che alla profondità di m. 4, al di sotto della falda freatica, si è trovato terreno sabbioso, Tale strato, sicuramente costipato, data la presenza dell'acqua, può ritenersi idoneo per creare il piano di posa delle fondazioni. La proposta avanzata dall'Impresa di eseguire le fondazioni con un solettone di cemento magro, dalla larghezza di base di m. 1,80 opportunamente risegato, come dal disegno presentato, può essere accettata. Infatti dai calcoli presentati dall'impresa, opportunamente controllati, risulta che la pressione che verrebbe a subire il terreno si aggira sui 1500 Kg per cmq, pressione che quel terreno può sopportare senza pericoli di cedimento. Data questa maggiore profondità alla quale bisogna spingere le fondazioni e la modifica ad esse apportata, la spesa prevista in progetto non è più sufficiente. La maggiore spesa che dovrebbe essere invece sostenuta è di lire 178.407,77, come specificato nell'unica stima. Oltre a tale opera non prevista nel progetto, è necessaria la costruzione di una fogna in sostituzione di quella esistente e che attualmente passa nel terreno su cui dovrà sorgere il corpo del fabbricato dell'edificio. La nuova fogna dovrà essere eseguita in calcestruzzo di cemento, di getto simile all'esistente e cioè di tipo ovoide, di altezza di m. 1,20. Ai due estremi, dove si raccorda la fogna esistente con la nuova verranno costruiti dei pozzetti di visita. Dalla stima allegata si rileva che l'importo di questa altra opera non prevista in progetto ascende a L. 31.000,00. I prezzi applicati per ogni categoria di lavori sono quelli di capitolato ad eccezione del prezzo del calcestruzzo di cemento magro, non previsto in Capitolato per cui è stato necessario fare un nuovo prezzo. In totale si dovrà sostenere una maggiore spesa di lire 209.407,77, che, depurata del 18,78% di ribasso contrattuale, si riduce a lire 170.081,00. Tale maggiore spesa trova capienza nella somma di lire 234.905,44 quale ribasso che l'Impresa ha fatto sull'importo del progetto a base d'asta. Firmato, il Direttore dell'Ufficio Tecnico, Ing. F. Lamanna.

Da questa lettera si evince in maniera molto chiara la preoccupazione delle autorità ed anche degli addetti ai lavori di eseguire le cose per bene, non lasciando niente né al caso né all'improvvisazione.

* * *

Il collaudo ufficiale dell'edificio avvenne verso l'inizio del II semestre dell'anno 1939, per quanto risulta da una lettera del 21/7/1939 (XVII E.F.) div. 4, n. 21838, a firma del Podestà di Crotone, per il Prefetto di Catanzaro:

In risposta alla Vostra lettera sopra segnata fornisco i seguenti chiarimenti: non è vero che questo Comune abbia corrisposto all'Impresa assuntrice dei lavori di costruzione del Liceo-Ginnasio una somma superiore all'ammontare dei lavori eseguiti, in quanto ha liquidato all'Impresa tutto ciò che le compete per contratto. Come rilevasi dalle risultanze del collaudo, figura che il Comune avrebbe pagato la somma di L. 19.962,32 in più dell'ammontare dei lavori eseguiti per la costruzione del Liceo-Ginnasio, ma bisogna tener presente che la stessa impresa ha provveduto alla sistemazione delle strade adiacenti al Liceo-Ginnasio, per un importo di lire 69.239,13; alle stesse condizioni che regolavano i pagamenti dei lavori del Liceo. Perciò nell'ultima quota pagata per i lavori del Liceo-Ginnasio, giusto stanziamento in bilancio, erano incluse anche le lire 19.962,32 come acconto dei lavori delle strade adiacenti allo stesso edificio, lavori che sono stati collaudati in seguito dallo stesso collaudatore. In quanto alle trasgressioni delle norme del Regolamento 25/5/1985 n. 350, non credo che ciò sia avvenuto, in quantoché all'epoca del collaudo, il Comune, dopo aver effettuato il pagamento per un ammontare di lire 1.830.773,10, era pur sempre in debito verso l'Impresa per una somma di lire 197.883,90, per saldo importo lavori ed interessi contrattuali, somma che supera di molto le trattenute fatte a titolo di garanzia ammontante a lire 102.093,18. Trasmetto originalmente l'accettazione scritta dall'Impresa Mascoli, per il pagamento delle lire 14.698,84, con preghiera di dare, con cortese sollecitudine, l'ulteriore seguito alla pratica la cui approvazione è urgente.

Con osservanza. Firmato il Podestà.

Anche da questa lettera si arguisce chiaramente la precisione e la preoccupazione del Podestà non solo per le somme devolute, ma tanto più per la sistemazione dell'intero complesso, che venne edificato con tutte le regole delle costruzioni dell'epoca, che non lesinavano strutture di una solidità davvero fuori del comune. Dopo la consegna l'Istituto venne, altresì, dotato di un ampio spazio, da destinare alla creazione di una zona verde. Ed ecco come si presentava la scuola appena finita e senza il giardino.

Nelle fotografie successive si può vedere come appariva il Liceo nei primi anni dopo la sua entrata in funzione e con il recinto del giardino.

Nell'anno 1935 (XIII E.F.) il 10 Maggio, in occasione del Congresso Mariano, per il riunimento ai Presuli, Arcivescovi e Vescovi, il Podestà Giuseppe Cosentino partecipava all'importante manifestazione. Nella foto seguente lo si vede alla sinistra del Preside Bellusci, nello spazio antistante il portone principale.

Pochi mesi dopo veniva consegnata all'ottimo Podestà una Pergamena, opera del pittore Sesto Bruno (che aveva dipinto la Cappella della Madonna di Capo Colonne nel Duomo), Il cui testo, redatto da Bellusci, recita così:

     

A Giuseppe Cosentino che per essere stato di se stesso solo e perpetuo maestro intende la nobiltà degli insegnamenti e questo Ginnasio Liceo volle splendente al par delle antiche sedi crotoniate dove fiorivano le filosofie joniche e lo spirito dorico. A Lui che reggitore delle sorti del comune dona al comune fervore di opere, sotto le insegne littorie i camerati nel 28 Ottobre dell'anno XIII offrono a testimonianza unanime con cuore augurale.

  L'Istituto continuò, sempre sotto la guida del Prof. Bellusci e da pareggiato divenne Regio, vale a dire statale a tutti gli effetti, nell'anno 1940 (XIX E.F.). Nello stesso anno si verificò, purtroppo, un triste evento, cioè l'entrata in guerra dell'Italia Fascista alleata con la Germania di Hitler, contro l'Inghilterra ed i suoi alleati, con le conseguenze che ben sappiamo. Il Liceo di Crotone subì gli effetti dell'immane conflitto. Il 14 Agosto 1941 il Preside Bellusci si rivolgeva al Signore Podestà di Crotone pregandolo di voler disporre che nello scantinato dell'edificio, adibito per l'intanto a rifugio antiaereo, venisse praticata un'uscita di sicurezza sulla strada. (Lettera con protocollo n. 238 Gab.). Le cose andarono avanti, se così può dirsi, fino al 1942. Dal 1 Ottobre del medesimo anno il Liceo smise di funzionare come scuola per l'avvenuto sfollamento della città, rimanendo chiuso sino al 30 Marzo 1943.

Il Preside, per effetto di questi gravi eventi, fu costretto a trasferirsi, con tutti gli incartamenti, nella vicina Petilia Policastro, mentre l'istituto veniva requisito ed occupato dai Militari di Fanteria, provenienti da Vibo Valentia. Si arrivò così alla fine della disastrosa guerra e l'edificio riprese regolarmente a funzionare. Con l'innovazione della Scuola media Inferiore, il Liceo Ginnasio si divise in Media inferiore di Tre anni, e la presidenza di quest'ultima venne affidata alla Preside Prof. Maria Lauricella in De Pace; anche il nome venne cambiato e la nuova scuola, che pur restava nei locali del Pitagora, si chiamò “Vittorio Alfieri”.